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Ali sulla storia

Lo scoppio della prima guerra mondiale, con la sua rapida trasformazione in una stagnante guerra di posizione, finiva per archiviare definitivamente la possibilità di usare la cavalleria in quanto specialità mobile incaricata dell'esplorazione. La vastità dei fronti aveva inoltre evidenziato la necessità di ulteriori strumenti per l'osservazione. 

Il 1° aprile del 1915 l’Esercito Italiano, forte dell’esperienza sul fronte francese, costituiva il Gruppo Squadriglie Aviatori per l’Artiglieria cui sarebbe spettato il compito della ricognizione e della direzione del tiro introducendo quello che diverrà l’uso più importante, per tutta la durata della guerra, dell’aeroplano. Sempre di più gli aeroplani diventano strumenti di primaria importanza, non più solo per l’individuazione degli apprestamenti difensivi e dei movimenti dell’avversario attraverso i rilievi cartografici e fotografici eseguiti in volo, ma anche per la direzione del tiro, compito per il quale si vengono via via affinando sistemi sempre più efficaci per le comunicazioni dirette a terra sugli obiettivi da battere e sulle correzioni da apportare.

Per la prima volta su vastissima scala vengono riprodotte città e interi territori. L’occhio umano e quello meccanico perfezionano progressivamente le modalità di rilevamento ma soprattutto la loro traduzione che doveva essere il più semplice, efficace ed immediata possibile. La visione dall’alto  cambia poi a seconda che si osservi in movimento o che lo si faccia da fermi, passando dalle riprese, zenitali o prospettiche via via sempre più perfezionate con macchine a scatto automatico e sequenziale, alle riprese panoramiche.

Aviazione da caccia

Chiudere l’occhio indiscreto che dall’alto ora può cogliere tutto, posizioni, movimenti, ripari, magazzini, diventava a quel punto un obiettivo prioritario di quella che diventerà la “prima donna” del cielo: l’aviazione da caccia. Gli aerei da osservazione e i palloni frenati diventano per la caccia gli obiettivi più importanti in una sorta di gioco al gatto col topo che non coincide così fedelmente con l’immagine di acrobatici duelli tra avversari alla pari.

Oggi la fotografia della ricognizione aerea è una importante e straordinaria risorsa anche per conoscere l’evoluzione e la trasformazione del territorio, sia essa dovuta alle naturali trasformazioni, sia invece legata agli interventi più o meno sostenibili della mano dell’uomo

Ecco allora che, affiancando le immagini riprese con ben altri scopi tra il 1915 e il 1918 con le ortofoto attuali, è possibile leggere il movimento naturale dei fiumi e delle lagune, cosa hanno comportato bonifiche e arginature, come si sono trasformate le zone attorno alle città. Volare sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale del fronte orientale italiano, superando i confini e le barriere culturali, per conoscere e valorizzare il patrimonio storico-architettonico-paesaggistico: questo il tema del progetto Interreg Italia-Slovenia “ALISTO – Ali sulla storia”, attuato con una sinergia tra ricerca storica e sviluppo della tecnologia software dei simulatori di volo, che hanno permesso la ricostruzione del paesaggio storico transfrontaliero attraverso la mappatura sul modello digitale del terreno (DTM) delle foto aeree di guerra italiane e austro-ungariche. 

Il progetto, finanziato dal progetto Interreg Italia-Slovenia, con capofila la Provincia di Treviso, ha avuto come partner la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), la Marco Polo System g.e.i.e. di Venezia, i Comini di Monfalcone e di Lugo di Romagna e per la parte slovena la Ustanova “Fundacija Poti miru v Posocju” di Kobarid/Caporetto, l’Agenzia di Sviluppo Regionale del Nord Litorale di Nova Gorica e il Comune di Divaca.

Con le foto della ricognizione aerea disponibili è stata raggiunta una buona copertura del corso del Piave e dell’Isonzo, della costa da Trieste a Grado, della costa veneziana, dell’altopiano carsico, delle principali città del fronte e di retrovia. Con questi documenti è stato realizzato un programma di simulazione di volo che permette, nelle varie sedi ospitanti, tra le quali il Museo Francesco Baracca di Lugo, l’emozione di volare sui fronti dell’Isonzo e del Piave della Grande Guerra avendo la possibilità di volare in simultanea sugli stessi territori come sono oggi, permettendo di evidenziare alcune delle trasformazioni subite dal nostro territorio nel corso di un secolo, con particolare riferimento alle linee di costa, al corso dei fiumi, ai sistemi lagunari, ai porti, ai centri industriali e abitati, alle infrastrutture civili e militari.

Il database è il frutto di lunghe ricerche nei più importanti archivi italiani ed austriaci visitati, sia pubblici che privati.

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